martedì 29 settembre 2015

Mostra a Roma con risvolto charity

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Per la prima volta si apriranno le porte del Chiostro di Michelangelo a Roma per una Mostra di Beneficenza.
Dopo il grande successo ottenuto ad Art Monaco, l'Artista vincitrice del premio “International Artist of the Year Award for 2014” CLAUDIA HECHT www.claudiahechtart.com e Lorenzo De Medici, dopo aver vinto il premio come migliore pittore artista barocco che include lo stile pop, si presentano entrambi in Italia sabato 3 ottobre per una occasione veramente speciale all'interno della Chiesa di San Silvestro al Quirinale.
Sabato 3 ottobre alle ore 17, per la prima volta si apriranno le porte del Chiostro di Michelangelo in una veste speciale, sara' inaugurata la copia della Pieta' di Michelangelo nella Cappella Bandini dove si terra' un piccolo concerto con la Star internazionale cinese LU YE.
Successivamente il percorso si spostera' al Chiostro di Michelangelo, aperto anche questo per l'occasione speciale, dove lo stesso Michelangelo lavorava alla Cappella Sistina.
Nel Chiostro alle ore 18 verra' inaugurata la Mostra di Beneficenza delle Opere d'arte realizzate dalla Artista  Claudia Hecht e da Lorenzo de Medici, 2 Cavalieri 2 Stili e 2 Continenti uniti per l'Arte e la Philantrophia dove lo stile Reinassance Pop incontra la Scultura Pittorica Il valore delle opere degli Artisti spazia dai 5.000 a 80.000 euro. Parte dei proventi dell'asta serviranno per sostenere le attivita' di beneficenza dell'ordine di San Martino e una parte andrà come contributo per restaurare la Chiesa di San Silvestro al Quirinale, in particolare per rifare il tetto.
La Mostra sarà poi aperta al pubblico Domenica 4 Ottobre dalle 10 alle 19 . Alla mattina è possibile assistere all'investitura dei nuovi Cavalieri dell' Ordine di San Martino che avverrà nella Chiesa intorno alle ore 11.

FONTE: Barberini press

domenica 27 settembre 2015

Giotto a Milano per Expo 2015

Uno dei capolavori del maestro del Trecento in mostra a Palazzo Reale fino al 10 gennaio 2016.VERGINE CON IL BAMBINO IN TRONO1290 ca.Tempera su tavolaFirenze Museo Diocesano di Santo Stefano al PonteSu concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza Speciale per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Firenze

Il Palazzo Reale di Milano ospita fino al 10 gennaio 2016 una mostra che mette sotto i riflettori i capolavori di uno dei grandi pittori del Trecento, Giotto.
L’esposizione “Giotto, l’Italia”, a cura di Pietro Petraroia e Serena Romano, conclude in grande stile il ciclo di eventi artistici di Expo in Città.
La rassegna ripercorre le tappe del lavoro del Maestro in Italia fino al suo arrivo nella città, dove realizzò la sua ultima creazione, Gloria del Mondo, oggi perduta.
L’allestimento delle sale che ospitano i 13 capolavori assoluti del fondatore della cultura figurativa italiana, per la prima volta riuniti in un’unica esposizione, è stato pensato dall’archistar Mario Bellini, premiato ben 8 volte con il Compasso d’Oro.
Ogni opera ha provenienza accertata e visualizza quindi il tragitto compiuto da Giotto attraverso lo Stivale – da Roma a Firenze, da Assisi a Rimini partendo da Padova – in circa 40 anni di prolifica attività.
Cardinali, papi, banchieri, autorità civili e comunali: tutti volevano il pittore del momento e Giottodivenne una vera e propria star del suo tempo.
La mostra si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico che riunisce i responsabili delle istituzioni italiane che nel corso degli anni e fino ad oggi hanno contribuito non solo alla conservazione e alla tutela delle opere di Giotto, ma anche alla conoscenza e all’approfondimento scientifico e tecnico della pittura del maestro.
Il Comitato è composto dal presidente Antonio Paolucci e da Cristina Acidini, Davide Banzato, Giorgio Bonsanti, Caterina Bon Valsassina, Gisella Capponi, Marco Ciatti, Luigi Ficacci, Cecilia Frosinini, Marica Mercalli, Angelo Tartuferi.

FONTE: quotidiano.net

giovedì 24 settembre 2015

A PALAZZO REALE ARRIVANO 76 CAPOLAVORI DAL MUSEO DELLE BELLE ARTI DI BUDAPEST


A Palazzo Reale arrivano 76 capolavori
dal Museo delle Belle Arti di Budapest

La “Maddalena Penitente” di El Greco, vangelo sulle gambe e, poco distante, l'olio cosparso sui piedi di Cristo. “Giaele e Sisara”, sangue che alimenta il sacro, di Artemisia Gentileschi.
 
Poi, il “Ritratto di coniugi” di Van Dyck e le Sirene di Rodin, in un confronto di scenari quotidiani e visioni immaginifiche. E, icona dell'esposizione, la “Salomè” di Lucas Cranach, ricca e sensualmente distaccata. È un percorso tra 76 capolavori: un saggio della grande storia dell'arte europea dal '500 al '900, quello proposto nella mostra “Da Raffaello a Schiele. Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest”, che apre oggi a Palazzo Reale, dove sarà visibile fino al 17 febbraio.
 
Dopo l'esposizione, a Natale, della Madonna Esterházy di Raffaello, il museo di Budapest torna ad aprire le porte, portando i suoi tesori a Milano. Da Raffaello a Tintoretto e Tiepolo, da Velasquez, Rubens e Goya a Cézanne e Gauguin, per poi spingersi fino a simbolismo, espressionismo e avanguardie. Obiettivo, raccontare l'idea del Bello, appunto, nell'arte e nella storia, nonché il sentimento della sua condivisione.
 
Nel percorso, pure otto disegni, altrettante opere su carta e quattro bozzetti in bronzo, elementi preparatori a lavori di Leonardo, Rembrandt, Parmigianino, Annibale Carracci, Van Gogh, Heintz e Schiele. Per raccontare l'arte nel suo divenire, tra intuizione, pensiero e forma.
 
DOVE, COME, QUANDO “Da Raffaello a Schiele. Capolavori dal Museo di Belle Arti di Budapest”. Palazzo Reale, piazza Duomo. Fino al 7 febbraio 2016. Orari: 9.30-19.30; gio e sab 9.30-22.30. Ingresso 12/10 euro. Info 02.54911

FONTE: Valeria Arnaldi (leggo.it)

mercoledì 23 settembre 2015

Luci a Castelnuovo Val Di Cecina: il borgo toscano si accende di notte grazie all’arte contemporanea


Piazze, vicoli, saracinesche e palazzi: le sculture luminose di Marco Lodola illumineranno il borgo toscano a partire da questa sera

A volte sono bastati tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte, come scriveva Jacques Prevert nella sua celebre “Paris by night”, a rivelare la bellezza delle cose. Questa sera, invece, a Castelnuovo Val di Cecina la luce sarà molto più intensa e trasformerà il piccolo centro in provincia di Pisa in un’opera d’arte gigantesca, grande chilometri. L’intero centro storico del borgo toscano verrà predisposto come un vero e proprio museo diffuso, con le sculture luminose di Marco Lodola allestite nelle piazze, nei vicoli, sui palazzi e in ogni luogo simbolo di Castelnuovo. Questo sensazionale progetto artistico sarà visibile dalle ore 19 di oggi fino al 31 dicembre di quest’anno, grazie all’apporto energetico fornito da Enel. Vittorio Sgarbi, che lo ha curato, spiega alla Stampa.it che l’operazione rappresenta la “la testimonianza della fine di periferia e centro nell’arte. Un tempo certe cose accadevano solo in città, luogo dove si presumeva esistere una sensibilità in grado di capire certe proposte. Adesso, invece, nell’arte contemporanea si sta verificando una fuga dal centro e la contaminazione fra borgo e resto del Paese qui a Castelnuovo lo dimostra.”. 

Sarà proprio Sgarbi ad aprire ufficialmente l’evento con una Lectio Magistralis aperta al pubblico sui temi della luce e della bellezza, fissata a un orario non casuale: le parole del critico d’arte ferrarese accompagneranno infatti il tramonto, che poco a poco lascerà il posto all’installazione luminosa di Marco Lodola. 

Il fondatore del movimento del “Nuovo Futurismo” è noto in tutto il mondo per le sue creazioni di luce, portate in scena da molti dei protagonisti della cultura e dello spettacolo italiano, fra cui Max Pezzali, Jovanotti e Aldo Busi. Più volte Lodola, nel corso della sua fortunata carriera, è voluto uscire dal contesto museale per esibire la sua arte fra la gente, “nelle strade piuttosto che in un supermercato”. Non a caso, a proposito dei lavori che presenterà domani ha detto in tono scherzoso “io sono un elettricista prima che un artista, e come tale l’idea di illuminare un intero Borgo medievale mi rende particolarmente orgoglioso”. 

Un altro intervento urbano, quello di Alberto Bartalini, accenderà i riflettori su Castelnuovo: nel corso dei prossimi giorni, infatti, verranno realizzati dei “Ritratti di Luce”, ovvero stencil di grandi personaggi che hanno in qualche modo illuminato - nel bene o nel male -, le masse. Si inizia con John Lennon, Gesù, Albert Einstein, Che Guevara, Elvis Presley, Monna Lisa, Michael Jackson, Marilyn Monroe; i visitatori si troveranno i volti di questi miti della nostra storia proiettati nelle gigantesche “saracinesche” che si trovano qua e là tra le viette del borgo.  

FONTE: Flavio Alivernini (lastampa.it)

lunedì 21 settembre 2015

Palermo. Se la mostra di oggi fa riaprire un'icona del passato

Palermo. Se la mostra di oggi fa riaprire un'icona del passato


Al via la 3° tappa de "Le stanze d'Aragona", serie di esposizioni con 36 artisti contemporanei giovani e affermati. Questa volta,  per vedere le opere, la città riapre il Villino Favaloro: un capolavoro liberty chiuso da 13 anni


Chi sono i pittori del nuovo millennio? Alla non facile domanda, stanno tentando di rispondere, con una trilogia di mostre, i due curatori Andrea Bruciati e Helga Marsala che, insieme, si apprestano ad inaugurare la tappa conclusiva delle tre esposizioni con cui hanno voluto fare il punto della scena pittorica italiana degli anni più recenti.

L'attenzione è stata concentrata sui "nuovi" artisti: tanto su quelli che fanno arte astratta quanto su chi lavora in maniera più concettuale. La mostra, che aprirà a Palermo sabato 12 settembre, dove rimarrà allestita fino al 14 novembre 2015, si terrà all'interno del Villino Favaloro, un luogo che riapre temporaneamente al pubblico dopo tredici anni di chiusura. Si tratta di un piccolo capolavoro esemplare dello stile liberty, situtato nel centro della città siciliana, progettato e costruito dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile tra il 1889 e il 1891 per poi essere concluso a inizi '900 dal figlio Ernesto. L'occasione di "ridonarlo alla città" è proprio la visita dell'ultimo capitolo de "Le stanze d'Aragona", progetto espositivo promosso e organizzato dalla palermitana RizzutoGallery, in collaborazione con il Comune e la Soprintendenza Regionale Beni Culturali e Ambientali di Palermo.

Questa mostra arriva dopo due iniziali esposizioni con lo stesso titolo volutamente dal sapore quattrocentesco, per rifarsi all'epoca d'oro dell'arte in città. Le due collettive precedenti, che definiamo "minori" per il numero degli artisti presenti (ciascuna radunava otto artisti negli spazi di RizzutoGallery) si sono svolte la prima volta a marzo e la seconda a maggio 2015. Adesso il discorso si fa più ampio: oltre ai sedici artisti già visiti se ne aggiungeranno altri venti. Molte delle opere che saranno esposte sono inedite, realizzate apposta per la mostra o scelte insieme agli artisti, selezionando dalle produzioni più recenti (2001-2015). Giardino, serra in ferro e vetro, torretta ottagonale coi decori e i saloni affrescati faranno ora da sede per ben trentasei artisti che hanno lavorato con la pittura italiana, in diversi modi e con approcci differenti, a cominciare dall'età alla tecnica dell'artista.

Si va dalla pittura sulla terracotta, come quella fatta dall'artista Alessandro Roma con  "Salvia", pezzo del 2012, a quella di Pietro Roccasalva del 2001. Presenti  artisti emergenti ed alcuni affermati, come Nunzio che ha lavorato con carbone su carta e Domenico Bianchi, in mostra con un suo pezzo a cera su tavola. "La pittura è letta qui nella sua forma più rigorosa, persino tradizionale (una pittura-pittura), ma anche nell'esperienza di ibridazione con altri linguaggi  -  dalla scultura all'architettura, passando per il video e l'installazione  -  ponendosi più che altro come attitudine, vocazione, orientamento dello sguardo e del pensiero" affermano i curatori Andrea Bruciati insieme ad Helga Marsala. Non ci resta che aspettare un secondo ciclo di studi e mostre sulle pratiche pittoriche italiane, anche solo per riaprire luoghi - beni comuni della città immeritatamente chiusi ai propri cittadini. La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue.



Info utili
Le stanze d'Aragona. Pratiche pittoriche in Italia all'alba del nuovo millennio A cura di Andrea Bruciati e Helga Marsala Inaugurazione: sabato 12 settembre 2015, ore 19.00 Apertura al pubblico: dal 12 settembre al 14 novembre 2015 Villino Favaloro, piazza Virgilio, Palermo Orari: da martedì al sabato, dalle 16.00 alle 20.00 ingresso: gratuito. rizzutogallery@gmail.com

FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)

martedì 15 settembre 2015

Normality, a Roma la follia prende forma e diventa arte


La follia del quotidiano, che ossessiona e tormenta, che placa e costruisce, prende vita nei nuovi spazi espositivi de Il Margutta con le opere di Valeria Catania e Guido Pecci

La follia del quotidiano, che ossessiona e tormenta, che placa e costruisce, prende vita nei nuovi spazi espositivi de Il Margutta, il vegetariano più antico di Roma, pronto ad inaugurare la nuova stagione che, sin dalle premesse, promette di essere davvero straordinaria, tutt'altro che "normale".
Sarà inaugurata giovedì 17 settembre alle ore 19:00 presso gli spazi espositivi de Il Margutta, in via Margutta 118 a Roma,la mostra “Normality” dei due artistiValeria Catania e Guido Pecci. L'esposizione è ideata da Tina Vannini, curata da Giorgia Calò, organizzata e coordinata da Anita Valentina Fiorino. La mostra, ad ingresso libero, durerà sino a fine novembre.
Oggetto della mostra la follia creativa di due artisti italiani dalle diverse provenienze stilistiche e concettuali, che affrontano la presenza binaria dello spazio espositivo creando un percorso estremamente particolare nella sua totale eterogeneità. La contrapposizione non è solo tra i diversi linguaggi, spesso monocromo con l’uso di plexiglass e lamiere per Catania, estremamente colorato e materico quello di Pecci; ma anche tra due punti di vista ben distinti: più introspettivo il primo, estroverso nel suo tripudio pop il secondo.
Un progetto creativo fatto di ironia, colore, sapore, ma soprattutto rispetto. Rispetto verso gli animali, verso il prossimo, verso chi è differente da noi. La mostra propone al pubblico alcune domande: chi o cosa si può definire normale? L'anormalità fa così paura? E, soprattutto, la normalità esiste sul serio? Dopotutto la diversità è alla base della ricchezza, e la follia diventa momento di confronto e di arricchimento, anche culturale. La mostra si inserisce in un progetto ben più ampio, il cui "fuoco artistico" è il cortometraggio Normality, produzione indipendente dell'attore Gabriele Lazzaro, che sarà presentato venerdì 25 settembre a giornalisti, ospiti e artisti. Il corto racconta l'amore folle e malato di Norman per sua madre: timido e problematico lui, instabile ed enigmatica lei,  un rapporto paradossale, in cui unica chiave di sopravvivenza è preservare la dipendenza emotiva. Protagonisti Mariella Valentini e Gabriele Lazzaro, con l'amichevole partecipazione di Carola Stagnaro e la straordinaria presenza nella colonna sonora di Grazia di Michele.
 Durante la mostra, che proseguirà sino a fine novembre, una serata speciale sarà dedicata anche agli appassionati di teatro, con uno spettacolo che ricalca i temi della follia e del disordine. "La follia fa parte di noi, del nostro progetto vegetariano e imprenditoriale - dichiara Tina Vannini, proprietaria de Il Margutta - perché, ahimé, solo chi è un po' folle può credere oggi nell'arte e nella cultura, nei giovani e nelle loro entusiasmanti idee, fortunatamente contagiose. Noi lo siamo e, dato l'affetto di chi ci segue, ne siamo orgogliosi. E, nei prossimi mesi, di cose straordinarie ne avverranno tantissime". "Valeria Catania - spiega il critico d'arte Giorgia Calò - ci conduce in un luogo silente, raffinato, fatto di volti o per essere più precisi profili che si ripetono, sembrerebbe, all’infinito. I mezzi usati dall’artista sono pochi e potremmo dire non convenzionali: il plexiglass, l’alluminio, il colore (quando c’è) spesso fluorescente, elaborato in funzione della luce e degli effetti tipici del chiaro/scuro". "Guido Pecci catapulta lo spettatore dentro una favola, o meglio un cartoon - aggiunge Giorgia Calò - L’artista costruisce scenografie surreali in cui il colore e la materia danno vita a luoghi fantastici, spesso animati da personaggi noti nell’immaginario collettivo, da Winnie de Pooh ai Simpson".
Il Margutta, inoltre, dedica durante la mostra una sezione apposita all'Art Therapy, che consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, vissuti ed emozioni. Essa utilizza le potenzialità di ogni persona di elaborare creativamente tutte quelle sensazioni che non si riescono a far emergere con le parole e nei contesti quotidiani. 
 "L’Art Therapy ha diverse funzioni terapeutiche tra cui la canalizzazione creativa di spinte aggressive, il recupero di stati mentali attraverso la comunicazione per immagini anziché di tipo verbale, la facilitazione dell’associazione tra idee e affetti, l’attività di organizzazione e finalizzazione del pensiero, la possibilità di interazione con gruppi e il superamento della solitudine.Emilio, Marina, Fabrizio, Antonio, Giorgio e Pietro - spiega l'organizzatrice Anita Valentina Fiorino -sono persone comuni che "Il Margutta" ha deciso di mettere in mostra, riconoscendoli come “artisti” che affrontano le loro difficoltà attraverso la capacità di ri-elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma e di trasmetterlo creativamente agli altri".

FONTE: lastampa.it